Un supermercato per far riemergere le nostre fragilità: Esselunga e ” La Pesca”

Un supermercato per far riemergere le nostre fragilità: Esselunga e ” La Pesca”

Una mamma con la figlia Emma a fare la spesa, perde di vista la bambina e la ritrova nel reparto della frutta intenta a prendere una pesca. Emma ha un progetto e la pesca l’aiuterà a portarlo a buon fine. La bimba è così concentrata nei suoi pensieri, che di ritorno a casa non ascolta i discorsi della mamma, mentre la sua attenzione è catturata da una giovane coppia che porta il figlio sul monopattino. Una mamma amorevole e una figlia felice giocano insieme, il suono del citofono ed Emma infila qualcosa nello zainetto e corre al portone dove ad aspettarla c’è il suo papà, mentre la mamma la guarda dalla finestra. Salita in macchina la bimba porge la pesca al padre, attenta alla sua reazione perché quella pesca spiega che è da parte della mamma.

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Con questo cortometraggio intitolato “La Pesca”, girato a Milano dal regista francese Rudi Rosemberg e prodotto da Indiana Production, Esselunga lancia la nuova campagna pubblicitaria firmata dall’agenzia creativa di New York Small, fondata da Luca Lorenzini e Luca Pannese e che prevede anche affissioni multi-soggetto ritraenti storie di vita quotidiana e persone comuni.

La pubblicità, andata in onda per la prima volta la sera del 25 settembre sulle principali reti televisive, ha scatenato un’ondata di giudizi, pregiudizi, critiche e apprezzamenti, nonché rifacimenti scherzosi (meme), da ogni parte della società.

Il centro della campagna poggia sulla frase “Non c’è una spesa che non sia importante” e questo lo sa bene la bambina che interpreta Emma in modo eccellente. Ciò che è importante non è quello che si acquista in sé per sé, ma il significato che ha per noi, che si tratti del burro per fare una torta con i propri figli, una bottiglia di vino per festeggiare una promozione o un piatto già pronto per cena che metta d’accordo tutta la famiglia o semplicemente se stessi, senza definizione di genere, età o religione. Chi non si domanda il più delle volte: “Cosa faccio per cena?”, leitmotiv delle nostre giornate “Tu cosa fai?” si cerca di strappare un’idea, una ricetta ad un’amica, un parente un vicino di casa.

Il fatto che i protagonisti del cortometraggio siano separati è secondario rispetto alle sensazioni che proviamo e che possono trovare diverse declinazioni. Qualsiasi emozione tocca parti di noi che non si desidera disturbare perché potremmo commuoverci, riportando alla memoria il nostro percorso di vita, sia che si tratti di ricordi felici o tristi, in quanto passati qualcosa o qualcuno l’abbiamo perso. I bambini e gli animali sono per natura senza veli, suscitano sentimenti che in quanto tali si pongono come intrinsecamente sconfinati, rendendo tangibile l’inevitabile forza dell’essenza umana che riaffiora opacizzando per un momento il nostro disumanizzarci.

L’Italia è tra i cinque Paesi in Europa con più femminicidi, accanto alla Germania, la Francia, il Regno Unito e la Spagna. Dall’inizio dell’anno ad oggi le vittime sono circa 79; una donna uccisa ogni tre giorni. Porre in discussione il divorzio (1970) appare un atto anacronistico e senza senso, nonché contraddittorio dato che interpretando il cortometraggio come un esempio di esclusione di alcune categorie sociali a favore della famiglia tradizionale si mina alle conquiste di tutti.

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